Il Solstizio d’Estate

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Il Solstizio d’Estate

La notte di San Giovanni è da sempre notte di falò, di fuochi magici, di riti propiziatori, in corrispondenza del Solstizio d’ Estate.

Nel preciso momento astronomico del Solstizio d’Estate, il Sole, nel suo cammino apparente lungo l’eclittica, raggiunge il punto più alto nella volta celeste, punto in cui non si alza, né si abbassa rispetto all’equatore, prima di invertire nuovamente il suo cammino.

E questo punto più alto, come vedremo, costituisce un portale magico di trasformazione dove tutto è possibile, poiché la meta e la strada magicamente coincidono.

Nel giorno del Solstizio d’estate la quantità di Luce è massima rispetto all’oscurità e nell’esatto mezzogiorno astronomico, ora in cui iniziano i lavori degli Iniziati, le ombre proiettate dagli oggetti sono minime, fino a scomparire del tutto. Nulla del mondo manifesto è oscuro e la Luce illumina la materia al suo massimo grado di lucentezza. È il cosiddetto fenomeno del “mezzogiorno senza ombre” cui tutte le civiltà del mondo antico attribuivano grande importanza, come testimoniano templi, monumenti e piramidi orientate in direzione dei punti di levata o di tramonto del sole nei giorni solstiziali.

E questo fenomeno si ripete ogni qualvolta Luce e materia, osservatore ed osservato, soggetto ed oggetto, Creatore e creato divengono una unica cosa. 

Da questo apparente arresto, il Sole riprende il suo cammino lungo l’eclittica, cammino che da ora in poi da ascendente diventerà discendente, fino al successivo Solstizio d’Inverno; il cammino del Sole è infatti regolato dalle leggi armoniche delle continue salite e ridiscese scandite dal ciclo annuale dello zodiaco,  il “cancello del cielo” per Platone e per i Pitagorici, la ruota cosmica degli esseri viventi, che nelle costellazioni simboliche del firmamento celeste rispecchia l’eterna ciclicità dei ritmi della natura.

In un simbolismo geometrico tratto da antiche rappresentazioni possiamo immaginare  i due Solstizi come i due poli più vicini di una grande ellisse: poli collegati  tra loro da un sottile filo a piombo che segna allegoricamente la direzione dell’asse lungo il quale si colloca la via verticale per il percorso delle anime che salgono e scendono seguendo il proprio karma, percorso che nel simbolismo biblico si compie lungo i sette pioli della scala di Giacobbe la cui base è appoggiata sulla terra e la cui cima tocca il cielo.

Trattasi di un divenire cosmico incessante, perché “ciò che ha raggiunto il massimo può solo decrescere”. Giovanni Battista, la cui natività si festeggia il 24 Giugno, riferendosi a Cristo (la cui natività cade in corrispondenza del punto astronomico opposto, il solstizio d’inverno) afferma: “bisogna che Lui cresca, bisogna che io diminuisca”.

Ma qual è il fine di questo cammino incessante di salita e ridiscesa?

Leggiamo le parole di Ermete Trismegisto:

“Ascoltate voi stessi e guardate nell’Infinito dello Spazio e del Tempo. Là echeggiano il canto degli Astri, la voce dei Numeri, l’armonia delle Sfere.

Ogni sole è un pensiero di Dio e ogni pianeta un modo di questo pensiero. È per conoscere il pensiero divino, anime, che voi scendete e risalite penosamente la via dei sette pianeti e dei loro sette cieli.

Che cosa fanno gli astri? Che cosa dicono i Numeri? Che cosa volgono le Sfere? O anime perdute e salvate, essi dicono, essi cantano, essi volgono i vostri destini!”

( Ermete Trismegisto )

Questo incessante percorso di salita e ridiscesa si realizza attraverso le porte cosmiche del cerchio dello zodiaco, di cui il Solstizio d’Estate ne rappresenta una delle 4 principali, quella che nella tradizione greca veniva identificata come Janua Inferi, la Porta degli uomini:  l’istante in cui il Sole raggiunge la posizione più alta nel suo Cammino apparente e la luce sul mondo manifesto è massima, veniva considerato propizio al passaggio delle anime nei due sensi della evoluzione: dal mondo della manifestazione al mondo divino per uscire da un esistenza terminata e dal mondo divino a quello della manifestazione per rientrare in una nuova esistenza secondo il proprio grado di evoluzione spirituale;  mentre il Solstizio d’Inverno, la Janua Coeli, porta degli Dei, apertura “divina” che corrisponde al chakra della corona che si trova sulla sommità del capo, il Kether dell’albero sefirotico, veniva considerato propizio per l’uscita delle anime dal mondo della manifestazione per il passaggio al regno divino. Diversamente dalla porta degli uomini il passaggio era di solito verso il mondo divino, ad eccezione di quegli esseri (come ad esempio gli Avatar) che per proprio atto di volontà sceglievano in questo periodo di tornare nel mondo manifesto con una specifica missione da compiere (vedi la nascita del divino in questo periodo di dicembre).  

Il sole in questo giorno entra nel segno zodiacale del Cancro, segno d’acqua e domicilio della Luna. In questo istante dunque avviene l’incontro tra Sole e Luna:

l’acqua incontra il fuoco, il giorno la notte, il maschile il femminile, il conscio l’inconscio: nella tradizione occulta, tale incontro tra Sole e Luna, dal valore altamente simbolico, conduceva alle nozze alchemiche tra i due astri, celebrato sin dalla tradizione astrologica caldea e babilonese con grandi riti propiziatori.

Il Cancro d’altronde rappresenta tradizionalmente il fondo delle acque ed il suo glifo è costituito da due segni spiraliformi, che si incontrano:  Sole e Luna.

La spirale è una combinazione armonica del cerchio e della retta, è composizione perfetta del ciclico ritornare e del retto avanzare, frutto del compasso che traccia armonici cerchi e della squadra che traccia rette direzioni.

L’elemento Terra lascia spazio all’elemento Aria ed il Sole interiore, da cui abbiamo attinto energia per tutto l’inverno, lascia spazio al Sole esterno, collegato all’ Argento Alchemico salito proprio dalla terra fino alla luna.

Simbolo di questa unione Argento-Oro è il Falcetto d’oro a forma di luna con cui nella notte di S. Giovanni i Druidi raccolgono le erbe magiche per le loro pozioni.

Il Sole(mondo conscio) e la Luna (mondo inconscio) sono messi in comunicazione. La conoscenza e l’intuizione (caratteristiche del mondo lunare) si uniscono alla volontà e alla ragione (caratteristiche di quello solare), indirizzando verso una sapienza superiore, quell’Oro alchemico  che conduce alla Vita eterna coloro che “sanno distinguere il grosso dal sottile”.

Finalmente la Luce trionfa sulle tenebre e per l’iniziato è la possibilità di credere ancora, e sempre, nella  rigenerazione, in un nuovo inizio. Ed il Rituale di questa sera ci dice anche a quali condizioni e con quali caratteristiche:

Coerenti con noi stessi.

In armonia con il creato.

Fidenti nel Grande Architetto dell’Universo.”

Coerenti con noi stessi: il cammino è stato scelto, il percorso è stato tracciato.

In armonia con il creato: è il simbolo della spiga di grano che nasce da quell’unico seme che, nascosto nella terra, nutrito dalle forze vitali, nel buio, esplode poi dell’energia evoluta e trasformata che lo fa uscire alla luce, si moltiplica affratellato e diventa nutrimento.

Fidenti nel Grande Architetto dell’Universo: è il simbolo della rosa, che rappresenta l’anima che si schiude e si affida, che si apre all’Amore ed alla Conoscenza. Il Sole espande la Luce nella sua pienezza. L’iniziato ne vede la Forza, e comprende che, come l’Astro illumina la Terra, anche il Sole interiore, l’Amore, vivifica con rinnovata energia ogni fibra del corpo, illumina la mente, guida il cuore. Lo sguardo teso verso l’alto, la consapevolezza interiore, profonda.

Questa è l’esperienza, per chi sa guardare al simbolo.

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