LA TAVOLA SMERALDINA VISTA IN CHIAVE EGIZIA (1)

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LA TAVOLA SMERALDINA VISTA IN CHIAVE EGIZIA (1)

La tavola di smeraldo o smeraldina (in latino tabula smaragdina) è un testo sapienziale che, secondo la leggenda,  sarebbe stato ritrovato in Egitto, prima dell’Era cristiana.

Il testo era inciso su una lastra di smeraldo ed è stato tradotto dall’arabo al latino nel 1250. Esso rappresenta il documento più celebre degli scritti ermetici ed è attribuito allo stesso Ermete Trismegisto, dagli Egizi riconosciuto nel dio Thoth. Esso apparve per la prima volta in versione stampata nel De Alchemia di Johannes Patricius (1541).

Dell’influenza alchemica è testimone il vocabolo telesma, termine alchemico indicante la sostanza primordiale dalla quale sarebbe scaturita ogni cosa: il Grande Agente Magico, la sostanza sparsa nell’infinito. Nasce con il “fiat lux” e si manifesta come sostanza e moto, fluido e vibrazione. Nell’infinito questa sostanza unica è l’etere, negli esseri organizzati è fluido magnetico. Su questa sostanza agisce la volontà degli esseri intelligenti ed essa rappresenta lo specchio comune di tutti i pensieri e di tutte le forme; conserva le immagini del mondo passato ed è lo strumento della taumaturgia e della divinazione.

Telesma  è un misto di naturale e divino, di corporale e spirituale, di fluido e di forza, ed è nel contempo il ricettacolo comune delle vibrazioni del movimento e delle immagini delle forme. Insomma è l’agente universale delle opere della Natura vivente.

È possibile che anche telesma, in base alla sinonimia parziale con stoicheion, avesse acquistato anche un nuovo significato relativo al Tutto che, infatti, è arché, principio, e nel divenire è phýsis: elemento unificatore (stoichéion) del molteplice e principio (arché) del divenire.

Telesma, nel testo della Tavola Smeraldina, ha un significato centrale e diventa comprensibile, a mio parere, se ai termini tradotti in latino si sostituiscono i corrispondenti neter egizi.

Vediamo, anzitutto il testo latino.

«Verum, sine mendacio certum et verissimum, quod est inferius, est sicut quod est superius, et quod est superius, est sicut quod est inferius: ad perpetranda miracula rei unius. Et sicut omnes res fuerunt ab uno, mediatione unius; sic omnes res natae fuerunt ab hac una re, adaptatione. Pater eius est sol, mater eius luna; portavit illud ventus in ventre suo: nutrix eius terra est. Pater omnis telesmi totius mundi est hic. Vis eius integra est, si versa fuerit in terram. Separabis terram ab igne, subtile a spisso, suaviter cum magno ingenio. Ascendit a terra in coelum, iterumque descendit in terram, et recipit vim superiorum et inferiorum. Sic habebis gloriam totius mundi. Ideo fugiat a te omnis obscuritas. Hic est totius fortitudinis fortitudo fortis; quia vincet omnem rem subtilem, omnemque solidam penetrabit. Sic mundus creatus est. Hinc erunt adaptationes mirabiles, quarum modus hic est. Itaque vocatus sum Hermes Trismegistus, habens tres partes philosophiæ totius mundi. Completum est quod dixi de operatione solis».

La traduzione in italiano suona così:

«È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare il miracolo della cosa unica. E poiché tutte le cose sono e provengono da una sola, per la mediazione di una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica per adattamento. Il sole è suo padre, la luna è sua madre, il vento l’ha portata nel suo grembo, la terra è la sua nutrice. Il padre di ogni telesma è qui. La sua forza o potenza è integra se essa è convertita in terra. Separerai la terra dal fuoco, il sottile dallo spesso dolcemente e con grande ingegno. Sale dalla terra al cielo e nuovamente discende in terra e riceve la forza delle cose superiori e inferiori. Così avrai la gloria di tutto il mondo.  Pertanto, fuggono da te tutte le oscurità.  Questa è la forte fortezza di ogni forza: perché vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa solida. Così è stato creato il mondo. Da ciò deriveranno meravigliosi adattamenti, il cui metodo è qui. È perciò che sono stato chiamato Ermete Trsimegisto, avendo le tre parti della filosofia di tutto il mondo. Completo è quello che ho detto dell’operazione del sole».

Se sostituiamo sole, luna, vento e terra e cielo con i corrispondenti neter (principi), ci avviciniamo alla descrizione della nascita del mondo (meglio: dei mondi) così come è descritta dalla teologia eliopolitana, risalente alle prime dinastie.

Se lo riguardiamo alla luce della teologia eliopolitana, infatti, questo universo nasce dall’azione di Tum-Atum (Tmw), il quale dà vita a Shu (aria, atmosfera, ma anche dio della luce che rompe le tenebre primordiali) e Tefnwt (umidità), che a loro volta danno vita a Nut (cielo) e Jeb (terra). Dopo che si è creato lo spazio tra cielo e terra, Jeb e Nut danno vita a quattro fratelli: Iside (Ast o Aset), a Osiride (Wsir), Seth (Swth) e Neftis (Neb – Het o Neb Hwt). I quattro fratelli rappresentano quattro principi relativi alla vita. Nell’insieme i vari neter costituiscono l’Enneade eliopolitana.

Nella figura, gli dei (principi) navigano nel Nun. All’interno dell’universo delimitato da Nut e Jeb, Shu mantiene aperto lo spazio.

Proviamo, ora, a decrittare la prima parte del messaggio della Tavola Smeraldina sostituendo le parole latine con i neter egizi.

«È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare il miracolo della cosa unica. E poiché tutte le cose sono e provengono da una sola, per la mediazione di una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica per adattamento. Ra è suo padre, Thoth è sua madre, Shu l’ha portata nel suo grembo, Jeb è la sua nutrice. Il padre di ogni telesma è qui. La sua forza o potenza è integra se essa è convertita in terra (materia)”.

Se consideriamo che dopo la terza dinastia Ra si è sempre più imposto come sostituto di Tum Atum, dando luogo ad un sincretico Ra-tmu o Atum-Ra (anche Itm), la cui incarnazione è l’Oca cosmica, il Grande Starnazzatore (in antico egizio r), che ruppe il silenzio dando avvio all’universo, possiamo notare come la prima parte della Tavola descriva Atum Ra come padre del telesma, ossia la sostanza primordiale dalla quale sarebbe scaturita ogni cosa. La madre è il neter Thoth, lingua di Ra, ossia il Verbo, il movimento, la vibrazione. A questo punto, dopo l’entrata in scena di Atum-Ra e di Thoth, ossia dell’origine e dell’azione della stessa, abbiamo il vento (Shu) che separa il cielo dalla terra e che dà luogo allo spazio tempo. Ed è nello spazio tempo che la terra Jeb è la nutrice della sostanza unica nel suo adattamento, ossia nella molteplicità. La Tavola ci dice anche che l’origine del telesma è in quanto detto e che la sua forza o potenza rimane integra anche quando è convertita in materia.

Il messaggio, a questo punto è chiaro: esiste una manifestazione di un’unica sostanza che, sia pure in stati diversi (essenza immobile, vibrazione, luce, materia) rimane integra nella sua forza e nella sua potenza.

Giunti a questo punto, la Tavola Smeraldina ci consegna un metodo teurgico.

Separerai la terra (materia) dal fuoco (luce), il sottile (energia) dallo spesso (materia) dolcemente e con grande ingegno. Sale dalla terra  (Jeb) al cielo (Nut) e nuovamente discende in terra (Jeb) e riceve la forza delle cose superiori e inferiori. Così avrai la gloria di tutto il mondo. Pertanto, fuggono da te tutte le oscurità. Questa è la forte fortezza di ogni forza: perché vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa solida. Così è stato creato il mondo. Da ciò deriveranno meravigliosi adattamenti, il cui metodo è qui. È perciò che sono stato chiamato Ermete Trismegisto, avendo le tre parti della filosofia di tutto il mondo. Completo è quello che ho detto dell’operazione di Ra».

Un Fondamento o Energia Informata, Intelligente, Significante e Cosciente.

Prima di proseguire con l’analisi della seconda parte (alla quale sarà dedicato un successivo articolo), possiamo, in chiave attuale, definire Atum-Ra come Fondamento o Energia Informata, intelligente, significante e cosciente.

Nei testi egizi antichi troviamo due definizioni molto interessanti: “Sono il Dio grande venuto al mondo da solo. Chi è? L’energia. L’oceano di energia primordiale. Il padre degli dèi”. Tomba della regina Nefertari.

Nei testi attribuiti a Ermete Trismegisto (La rivelazione di Ermete Trismegisto, Lorenzo Valla) si legge: “Dio energia che tutto comprende (CHII). L’energia di Dio è costituita dall’intelletto e dall’anima (CHXI). L’energia di Dio è costituita dall’intelletto e dall’anima (CHX). Dio è tutte le forme (Trattati X).

Riguardo al Demiurgo, ossia all’Artefice, al Logos (azione dell’Arché) i testi egizi sono altrettanto interessanti: “Io sono l’Eterno, sono la luce divina che è uscita dall’energia primordiale con il nome di Divenire. La mia anima (Ba) è di natura divina. Sono colui che ha creato il verbo. Vengo alla luce da solo, ogni giorno la mia vita è l’eternità”. Testi dei sarcofagi.

Cosa intendiamo oggi per energia?

Una delle definizioni è che l’energia è il potenziale di fare qualcosa. Questo potenziale si misura come movimento tra la possibilità e l’attualità, lungo uno spettro di possibilità, chiamato funzione d’onda o curva di distribuzione delle probabilità.

Conosciamo: l’energia cinetica, ossia del moto; l’energia potenziale (distanza dalla terra); l’energia del campo; l’energia termica, ossia l’energia come calore; l’energia di massa (E=mc2).

“L’energia totale – scrive in proposito il Nobel della fisica Frank Wilczek –, che è la grandezza che si conserva, è la somma di molti termini: energia cinetica, energia di massa, energia potenziale, energia di campo. Queste espressioni diverse indicano aspetti della realtà che a prima vista sembrano completamente diversi. Gran parte del concetto di energia, nelle applicazioni, deriva proprio dalla sua capacità di descrivere, e collegare, molti aspetti della realtà”. [i]

L’energia senza aggettivi è l’Energia informata, intelligente, significante e cosciente; l’energia del Tutto, ossia del Fondamento,  che potremmo chiamare anche Divino o Grande Architetto dell’Universo, o Arché, o Autm-Ra.

L’Informazione è una configurazione di energia con valenza simbolica. Ogni aspetto della realtà è energia informata e l’informazione si manifesta attraverso trasformazioni di energia. Il divenire è una trasformazione di pattern di energia informata.

L’informazione cosciente, che alcuni scienziati contemporanei considerano la sostanza del Tutto (Principio, Arché), come ci insegna la fisica quantistica con il concetto di entanglement, si trasmette istantaneamente, al di là della velocità della luce, che è il limite entro il quale l’informazione si trasmette a chi è un osservatore e un attore in questo universo spazio-temporale nel quale viviamo.

La luce è energia appartenente al dominio del campo elettromagnetico, il quale imprigiona l’informazione e la fissa in una rete, che è il gramma sul quale è tessuta la vita. In questo senso, come è detto nel Vangelo di Giovanni, la Natura (zoé)  è la luce degli uomini, perché la natura è il prodotto del dominio del campo elettromagnetico, che fissa l’informazione entro il limite della velocità della luce, la quale, come insegna Einstein, è una delle componenti dell’equazione che stabilisce il rapporto tra energia e materia: E= mc2.

La “magnesia” di Fulcanelli.

Fulcanelli ci sovviene, spiegando, con le parole dell’alchimia, che airen in greco è la calamita, “la virtù rinchiusa in quel corpo chiamato dai saggi: nostra magnesia”,[ii] ossia magnete, la nostra anima terrestre, il campo elettromagnetico che ci avvolge e ci forma.

In greco, spiega ancora Fulcanelli, sideros è ferro e calamita, ossia magnete (magnesia) e calamita è vocabolo che deriva da calamus, dalla radice indoeuropea *kal o *cal (sanscrito *cal), che significa muoversi, gettare, spingere e dalla quale derivano spina, freccia, e canna, dove calamo è la canna per scrivere.

Il gioco di parole ci riporta ad un calamo che è calamita, magnesia o magnete, che è lo strumento con il quale è scritto il nostro corpo, la “nostra magnesia”, il nostro pro-getto.

Il “fiat lux” è pertanto l’avvio della fissazione, nel limite della luce, dell’informazione e della conseguente produzione del mondo materiale.

Il Logos, il Demiurgo, il lavoratore dell’energia, che è l’agente dell’ardore del Principio (Arché), tesse il mondo dandogli un senso e un ordine. 

Nella Tavola Smeraldina il ruolo del tessitore è assegnato al dio lunare Thoth, la lingua di Ra, il Verbo egizio, il Demiurgo.

La luce è il limite nel quale viaggia l’informazione nella rete con la quale è tessuto il mondo ed è, pertanto, un veicolo che rallenta e limita l’istantaneità della trasmissione dell’informazione.

Il Tutto (Principio, Arché) è istantaneità e, in quanto tale, atemporalità e il suo ardore, che lo fa calare nella luce, lo limita e lo fissa nello spazio-tempo, che è campo gravitazionale.

Acquista così un senso preciso la frase biblica asserente che Dio ha formato il mondo con calcolo, peso e misura.

Il campo elettromagnetico, per dire la stessa cosa in altri termini, è la rete che il Demiurgo estrae dal vuoto quantico annodando il filo di luce con il quale tesse il mondo.

Campo elettromagnetico.

Nel linguaggio ermetico degli alchimisti, dediti all’Opera, la rugiada celeste, ros, è l’anima, la vita metallica che dà vita ai corpi; è quella “magnesia”, “calamita filosofica” che ha la virtù attrattiva e che oggi potremmo definire luce come campo elettromagnetico che attrae e forma la materia corporea.

La “magnesia” sorge dall’Occulta Fontana (Libethra) accanto alla quale c’è un’altra sorgente chiamata La Roccia.

“Ambedue – scrive Fulcanelli – scaturivano da una grossa roccia la cui forma assomigliava ad un seno di donna; di modo che l’acqua sembrava colare da due mammelle come se fosse latte. Ora, noi sappiamo che gli antichi autori chiamavano la materia dell’Opera la nostra Magnesia e che il liquore estratto da questa magnesia è chiamato Latte della Vergine”.[iii]

Nuovi orizzonti scientifici ci indicano che la luce, ossia quell’insieme di fotoni che soggiace alle leggi della meccanica quantistica, è l’agente principale del vivente. Non è una novità, ma oggi è detta in modo nuovo e sulla base di leggi scientifiche.

Significante

Il campo fondamentale di informazione semantica  è “il modello cosmico da cui il mondo manifesto – scrivono Ervin Lazlo-Jude Currivan –  deriva le proprie dinamiche e la propria forma”. [iv]

Il significare è il trasmettere qualcosa per mezzo di segni, simboli che giungono ai nostri sensi: immagini (come disegni o lettere), suoni (un grido o una parola), gesti (un abbraccio o un saluto).

Il significante è l’essenza più intima e astratta della comunicazione, la base della vita per come la conosciamo.

Coscienza

Il fisico Fabio Truc, nella conferenza tenuta nell’ambito del convegno: “La scienza dell’anima”, tenutosi a Napoli il 23 marzo 2019, ha proposto l’idea che l’universo sia composto da frammenti di coscienza e che tali elementi, se strutturati, producano pensiero. Non solo, ma che la coscienza si evolva.

Federico Faggin, fisico e uno dei padri dei microprocessori, nel suo “Silicio” (Mondadori),  scrive che “la coscienza deve essere già contenuta in qualche forma nelle particelle elementari di cui tutto è fatto”.

Faggin, che assegna la coscienza all’essere umano e la consapevolezza agli animali e anche alla materia inerte, propone con il termine Uc (unità di consapevolezza) “le unità ontologicamente elementari di cui tutte le realtà sono fatte”.

Nella teoria quantistica dei campi (TQC) ogni particella non esiste come entità indipendente e separata, ma è uno stato eccitato di un omonimo campo quantico.

Faggin propone un modello nel quale “tutta la realtà è creata da una miriade di entità coscienti che interagiscono tra di loro sulla base di decisioni e azioni individuali basate sul libero arbitrio” e ritiene che “un osservatore che non sia un campo quantico o che appartenga al più alto livello gerarchico deve contenere un certo numero di osservatori di un gradino più basso e far parte di un osservatore di un gradino più alto”.

In questo ambito di ragionamento l’essere umano è un osservatore gerarchicamente elevato e poiché Faggin postula la presenza della coscienza “già nei campi quantici di cui la nostra materia è «fatta»”,  è ipotizzabile una coscienza originaria, ossia una coscienza del Tutto, che potremmo definire “inconscio collettivo”, così che ciò che è il Fondamento inconscio per le singole coscienze è la coscienza del Tutto.

“La coscienza – scrive Daniel Siegel – comprende anche la consapevolezza dell’oggetto del conoscere, il <<conosciuto>> e persino di colui che conosce”. [v] “In termini semplici – continua Daniel Siegel  – potremmo dire che l’osservazione muove l’energia dall’incertezza alla certezza lungo la corrispondente lungo la corrispondente curva di distribuzione delle probabilità”.[vi]

Grumi di informazione cosciente.

Siamo grumi di informazione cosciente e terremoti di una realtà abissale (eventi), bagnati da una rugiada celeste: avatar di noi stessi nel mondo della materia; phosphoroi (Φωσφόροι), portatori di luce essenziale (informazione), attratti dalla magnesia nel crogiolo della vita, ossia nel crucibulum, il cui geroglifico alchemico è la croce[vii].

San Cristoforo, che porta Cristo ‘Χριστός’, oppure che porta oro Χρυσός è simbolicamente il corpo che porta la luce.

Oro, infatti, dal latino aurum e dall’antico greco ayròs, deriva dalla radice sanscrita hari, dal significato di raggio di luce (hirana=oro).

E qui si pone la seconda parte della Tavola Smeraldina alla quale sarà dedicata una successiva riflessione.

© Silvano Danesi


[i] Frank Wilczek, Una bellissima domanda – Scoprire il disegno profondo della natura, Le Scienze

[ii] Fulcanelli, Il mistero delle cattedrali, Mediterranee

[iii] Fulcanelli, Il mistero della cattedrali, Mediterranee

[iv] Ervin Lazlo-Jude Currivan, Cosmo, Urano Edizioni

[v] Daniel Siegel, I misteri della mente, Cortina

[vi] Daniel Siegel, I misteri della mente, Cortina

[vii] Vedi Fulcanelli, Il mistero della cattedrali, Mediterranee.

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