Perché gli Egizi (e non solo gli Egizi) considerano uniti Cuore e Cervello. La Ankh non è un mistero.

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Perché gli Egizi (e non solo gli Egizi) considerano uniti Cuore e Cervello. La Ankh non è un mistero.

Il Libro Egiziano dei Morti rivela la stessa verità di tutti i testi sapienziali e di tutte le tradizioni spirituali e religiose.

A titolo d’esempio:
BARDO THODOL – Buddismo Tibetano;
UPANISHAD E BHRAMA SUTRA – Induismo;
QABBALAH –  Ebraismo;
LIBRO EGIZIANO DEI MORTI – Animismo;
APOCALISSE DI SAN GIOVANNI – Cristianesimo.

Tale verità, trasmessa in modalità diverse, ma sostanzialmente identica, riguarda il Viaggio dell’Anima.

Apparentemente il Libro Egiziano dei Morti riguarda solo il Viaggio dell’Anima verso l’Aldilà, ma invece si basa sulla conoscenza completa del percorso che parte dall’incarnazione. Incarnazione e ritorno all’Aldilà sono un tutt’uno.

Ed è sulla base di tale percorso che gli Egizi affermavano lo stretto rapporto tra Cuore e Cervello.

Nella formazione dell’essere umano viene a strutturarsi prima il Corpo di Mente, che produrrà, poi, il Corpo Fisico. Dallo scoppio di energia prodotto dall’ unione della cellula maschile e femminile si genera il primo Chakra, da cui si dipartono l’Energia paterna, che si dirige verso l’alto, formando altri tre Chakra, e l’Energia Materna, che si dirige verso il basso, formando altri tre Chakra.

Il Chakra in cui tutto inizia e dove, al momento della dissoluzione del Corpo, tutto finisce, è il Chakra del Cuore.

Il Chakra finale, in alto, corrisponde al contatto con l’Oltre ed è posto sulla sommità del capo. A questo Chakra si accede – nel percorso iniziatico che conduce all’esperienza dell’Oltre – solo se è stato attivato il Chakra precedente, posto al centro della fronte, fra i due occhi.

Questi due Chakra delimitano la scatola cranica in cui è contenuto il cervello.

Ed è il cervello che costituisce lo strumento che appartiene, in questa forma, solo all’Uomo. Solo l’Uomo è in grado di fare il percorso di Conoscenza che può portare alla riunione con l’Uno, che deve essere riconosciuto.

Dante, nel parlare dell’incarnazione dell’Anima, si riferisce ad un momento ben preciso, “quando l’articular del cerebro”: in effetti, il cervello dell’Uomo si differenzia da quello di tutte le altre specie viventi per una parte che è sua peculiare, che si forma per ultima. (Da qui potrebbe prendere le mosse una riflessione sul rapporto dell’Uomo con la Natura e tutte le altre specie viventi, che sono contenute in lui e che non può rinnegare, pena la sua stessa distruzione, e via discorrendo …. ma ci allontaneremmo dall’obiettivo di questa analisi sintetica relativa alla questione che ci siamo posti.)

Solo quando il cervello è completo e, quindi, è quello di un essere umano, l’Anima può incarnarsi, in quanto possiede lo strumento per il proprio percorso di Conoscenza.

L’unione di Cuore e Cervello di cui parlano gli Egizi trova la sua ragione in questa acquisizione sapienziale. Il Cuore è l’inizio della Vita, il Cervello è lo strumento dell’Anima che compie il percorso di Vita Umana.

Ciò va ben al di là dell’interpretazione che si basa sul cuore come sede del sentimento ed il cervello come sede della razionalità: ciò non basta e, soprattutto, non si basa su un livello di approfondimento della conoscenza di tutti i libri sapienziali – in cui è inserito a pieno titolo il Libro egiziano dei Morti – che propongono, ciascuno con dettagli peculiari, la medesima sequenza.

Anche  “La pesa del Cuore” va letta in tale ottica.

Possiamo quindi passare al secondo punto: l’Ankh non è un mistero.

L’Ankh non fa altro che rappresentare proprio l’unione di cuore e cervello, in un cerchio che rappresenta la Vita, che non ha inizio né fine, e di cui la nascita e la Morte sono solo due momenti, due punti. Per questo è tenuta in mano (presa dalla parte circolare) dal Faraone – cha rappresenta l’Uomo deificato – o dalla Divinità: da chi, cioè, possiede la Conoscenza del Ciclo della Vita. Per ugual motivo viene anche rappresentato l’atto di aprire con l’Ankh la bocca del Faraone: la Conoscenza deve essere assorbita, la Vita deve entrare nell’Iniziato, deve appartenergli.

L’esperienza in Egitto

L’esperienza si basa su rilevazioni radioestesiche, effettuate con l’uso di due pendoli estremamente diversi tra loro: il pendolo “Isis” soggettivo ed il pendolo oggettivo per le rilevazioni delle vibrazioni energetiche (questo pendolo è una riproduzione della Terra, compresi meridiani, paralleli, poli).

I tipo di esperimenti

Gli esperimenti sono stati effettuati con il pendolo oggettivo.

In tutte le aree sacre è stata rilevata l’energia Bianco negativo: tale energia è propria dell’ambiente purificato da ogni altra energia. Qualunque vibrazione, anche la migliore, non è scevra da aspetti dannosi per l’essere vivente, oppure è favorevole per alcuni e dannosa per altri. Fuori dalle aree sacre si rilevava sempre la presenza di molti tipi di energia; in prossimità del Nilo (attualmente molto inquinato) le energie più negative e rischiose per la vita umana. Bastava varcare la soglia dell’area sacra, e si trovava, invece, solo ed esclusivamente il bianco negativo.

Non esisteva collegamento con la geometria del luogo (edifici con pareti sbrecciate, incompleti, senza l’originaria copertura, ecc.), né con rappresentazioni di divinità.

Addirittura il bianco negativo è stato rilevato nel “Viale delle Sfingi” a Luxor: all’aperto, senza mura perimetrali. Esperienza a sé: Abu Simbel

II tipo di esperimenti

Nelle Tombe. Esperimenti effettuati col pendolo oggettivo e col pendolo soggettivo.
Il pendolo oggettivo rilevava il bianco negativo solo se si entrava percorrendo il lato destro. Il pendolo soggettivo confermava la possibilità di accesso.
Bianco negativo girando in senso antiorario nella parte circolare finale della tomba.
Nell’uscita era presente il bianco negativo in ambedue i lati.
Il pendolo soggettivo confermava.

I caso particolare: Tomba monumentale di Hatshepsut

Tomba Monumentale di Hatshepsut
  1. Zona sacra: bianco negativo.
  2. Ambiente interdetto con cancello in legno, su gradini. Al momento non ricordo se contai i gradini: li ritenevo moderni, come il cancelletto. Osservai gli stipiti laterali, che mostravano simboli simmetrici (la simmetria è una caratteristica fondamentale delle rappresentazioni Egizie). Particolare evidente e notevole: simboli che in Massoneria corrispondono al Grado di Compagno. Tutti i simboli del Grado di Compagno.
  3. Il pendolo soggettivo dà le seguenti informazioni:
    – è un portale
    – è attivo
    – è maschio

La questione dell’essere maschio che risultava di più difficile comprensione mi è stata risolta da Hèrnan Huarache Mamani (sciamano peruviano): forniva a me, donna, il maschile necessario per l’attraversamento del portale. Io e gli altri Fratelli a cui avevo riferito dell’esperimento avevamo fatto ogni tipo di congettura, senza trovarne una soddisfacente (sul reale sesso di Hatshepsut, sull’architetto suo amante, ecc.).

In effetti, quell’area era interdetta. Come era interdetta (per fantomatici pericoli…) l’accesso al cunicolo che nella Piramide di Cheope porta verso il basso (la “prova della terra” che dà inizio all’Iniziazione e ne costituisce il livello più arduo e pericoloso).

II caso particolare: Abu Simbel

Tempio Maggiore di Abu Simbel

Trattandosi di un sito totalmente ricostruito, avevo pensato che fosse inutile fare rilevazioni con i pendoli. Per un felice ripensamento li portai.

Con stupore: bianco negativo in tutta l’area. Quindi non c’è collegamento con la perfezione strutturale: tale perfezione – ovviamente segreta – è basata su particolari e dettagli millimetrici (vedi le vibrazioni sonore che si differenziano per millesimi) che certamente possono essere state perse nello “smontaggio” e “rimontaggio” dell’intero complesso. Nessun collegamento neanche con le coordinate geografiche/astronomiche: lo spostamento le aveva certamente, sia pur minimamente, alterate.

All’interno, in una sala particolare (la guida la chiamava “la sacrestia”), le pareti sono riquadrate con pilastri, simmetrici e speculari, a destra ed a sinistra. Fra un pilastro e l’altro rappresentazioni dipinte. Sul fondo, altri due riquadri, frontali.

Su tutti i pilastri, in maniera simmetrica e speculare, i simboli del grado di Compagno. E il pendolo soggettivo segnala al passaggio attraverso ogni coppia di pilastri (destra e sinistra): un portale, attivo, maschio.

In fondo al Tempio, le tre Divinità e il Faraone divinizzato.

Il Santuario contiene quattro statue sedute che guardano verso l’entrata, che da sinistra a destra raffigurano Ptah di Menfi (dio dell’arte e dell’artigianato), Amon-Ra di Tebe (dio del sole e padre degli dei), Ramses II divinizzato e Ra-Harakhti di Eliopoli (il falco con il disco solare). All’epoca queste costituivano le divinità più importanti del pantheon egiziano.

Qui, grazie all’orientamento del tempio calcolato dagli ingegneri, due volte all’anno, il 20 febbraio oppure il 19 o anche il 21, e il 20 ottobre, o il 21, corrispondente quest’ultima data forse alla Heb-Sed del 1260 a.C., il primo raggio del sole si focalizza sul volto della statua del faraone. I raggi illuminano parzialmente anche Amon-Ra e Ra-Harakhti. Secondo gli antichi egizi i raggi del sole avrebbero così ricaricato di energia la figura del faraone. Il dio Ptah considerato dio delle tenebre non viene mai illuminato.

Dopo lo spostamento del tempio non si è riuscito a replicare questo fenomeno che cominciò a verificarsi il 22 febbraio e il 22 ottobre. Ciò a dimostrazione di quanto detto precedentemente. Lo spostamento ha prodotto sostanziali cambiamenti, anche se non macroscopicamente evidenti.

Alle Divinità ho chiesto quale fosse l’elemento che garantisce il bianco negativo.

Il pendolo soggettivo risponde indicando la Ankh!

III caso particolare: la Grande Piramide

Grande Piramide di Cheope

Ovviamente: bianco negativo. Dappertutto.

TRE esperienze.

  1. Il passaggio nel cunicolo che porta a quella che impropriamente è chiamata “Camera del Re” è difficile e sofferto. Al ritorno è facilissimo e veloce.
  2. Il pendolo oggettivo rileva il bianco negativo che, nel “sarcofago”, si immobilizza (il bianco negativo si esprime attraverso la frequenza che è presente sul pendolo che rappresenta la Terra, e con la rotazione antioraria del pendolo): posto sul sarcofago che è aperto e vuoto, il pendolo resta perfettamente immobile, con l’indicatore sul bianco.
  3. Il gruppo si riunisce e ciascuno mi chiede se: 1- era stato già lì; 2- era stato un iniziato.

Il pendolo risponde solo per alcuni sì alla prima ed alla seconda domanda; per alcuni altri sì alla prima; alcuni altri sì alla seconda; ai restanti no ad ambedue le domande.

Un anziano Fratello rileva che coloro che avevano ricevuto la risposta negativa  totale non erano appartenenti attualmente all’Istituzione massonica.

La persona che all’epoca non era stata ancora Iniziata massonicamente, che era un eccellente conoscitore ed esperto dell’Egitto, ebbe come risposte: sì era stato un iniziato, no, non era stato già lì.

La risposta lo colpì duramente, perché era convinto di “dover” esserci stato …

Tale risposta inaspettata mi diede conferma del fatto che il pendolo soggettivo non è condizionato dalle informazioni possedute (da me, in quel caso: sapevo benissimo, infatti, quello che mi aveva detto l’amico in questione, che riteneva di essere stato un particolare personaggio Egizio).

Riflessioni finali.

I simboli del Grado di Compagno sono presenti sul “Portale”: ovunque il “Portale” è attivo, essi compaiono.

Nel Grado di Compagno si studiano i “5 Sensi”.
Nel Rituale si sottolinea che, di essi, i primi 4 sono racchiusi sul capo: vista, odorato, gusto, udito. Il quinto è esteso su tutto il corpo: il tatto.
Il capo è la sede del cervello.
Il cervello è lo strumento della Conoscenza.
Il Corpo Mentale lega a sé l’Anima quando il Cervello è completo ed assume le caratteristiche peculiari dell’essere umano.
Tutti i sensi rappresentano gli strumenti dell’interazione tra l’Uomo e l’oggetto della Conoscenza. Non si tratta solo dei sensi legati al corpo fisico, ma delle proprietà che li generano, per cui tali sensi appartengono anche a coloro che hanno impedimenti fisici (cfr. Dante, Convivio: gli impedimenti fisici sono poco rilevanti, e risolvibili).

Hèrnan Huaràche Mamani praticava ed insegnava il Massaggio quechua detto “Massaggio del Corpo e dell’Anima”. Un massaggio antichissimo, potentemente guaritivo. Con tale massaggio si “liberano” tutti gli accumuli di emozioni, ricordi negativi, perche dissolvere questi accumuli è la condizione – anche dolorosa – per guarire.
Sull’intero corpo è esteso il tatto, ed il corpo è il “veicolo” che trasporta il capo, che contiene il cervello.

La nostra Ankh!

Un’ultima riflessione.

Bisognerebbe approfondire l’importanza del modo in cui vediamo rappresentata diversamente l’Ankh, che a volte è impugnata dalla parte ovoidale, a volte dalla parte allungata. Può dare informazioni importanti sul senso in cui interpretare la raffigurazione.

Ed una precisazione sulla “pesa del cuore”.

Nel cuore inizia la Vita (anzi, l’inizio della Vita forma il cuore).
Nel cuore si concentrano le ultime TRE gocce di sangue, dopo di che, con TRE respiri, interviene la Morte.
La Sushumna che si forma a partire dal cuore (il canale che contiene i Chakra e che passa attraverso di essi) costituisce il “disco rigido” della nostra esperienza umana. La stessa esperienza che rivediamo, tutta insieme, con tutti i pensieri, le parole, le omissioni, le azioni, le intenzioni e gli effetti che tutto ciò ha prodotto negli altri e nell’ambiente, in un certo momento, nel Viaggio dell’Anima (all’andata ed al ritorno…).
Se non abbiamo da rilevare effetti delle nostre azioni, pensieri, parole, ecc. possiamo riconoscere la Luce e fonderci in essa, come parte di essa.

Ecco la spiegazione della “pesa del cuore”: il luogo dove inizia la vita deve essere totalmente vuoto (del “peso” rappresentato dagli effetti di parole, opere, pensieri, effetti, ecc.) sulla bilancia del nostro giudizio.

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