Il copione nel corpo
di Nilla
Quando ci ammaliamo il nostro corpo esprime con il linguaggio dei sintomi un malessere vissuto precedentemente a livello emotivo.
Le emozioni negative, se trattenute e non risolte, si cristallizzano nel corpo e a lungo andare creano dei blocchi energetici.
Per comprendere la guarigione transpersonale bisogna rivedere o comprendere meglio il significato di malattia. La medicina classica si è sempre più specializzata ad individuare le varie patologie e a cercare di curarne i sintomi, si cura la malattia ma non la causa, per lo più con sistemi sempre più standardizzati, quando invece ogni persona è un universo a se stante e se non viene considerato nella sua totalità non potremmo mai comprendere profondamente il suo funzionamento. I nostri corpi riflettono perfettamente il nostro stato interiore, e ogni malattia si manifesta come un chiaro segnale che qualcosa in noi non sta “funzionando” bene.
I conflitti psichici non elaborati sono le più frequenti cause di malattia, molte delle persone che da tempo si sentono poco bene e malate hanno dei conflitti di questo tipo.
Tali conflitti si svolgono perlopiù nell’ombra dell’inconscio e generano il “copione di vita”. Spesso purtroppo non vengono né riconosciuti nel modo giusto né trattati con l’intensità necessaria e quindi non si tiene conto della causa della malattia.
Solo dopo aver riconosciuto il copione di vita e risolto i conflitti, possono iniziare dei processi di guarigione efficaci e durevoli. In questo modo vengono spesso sciolti dei blocchi terapeutici e solo allora le cure cominciano ad essere realmente efficaci. Grazie alla ridecisione del copione non si verifica soltanto la guarigione delle malattie, ma la maggior parte delle persone sperimenta un cambiamento globale verso il positivo, si sente più vitale e con una maggior gioia di vivere. Le persone diventano inoltre sempre più centrate a livello psichico, riuscendo così ad esercitare un miglior controllo sulla propria vita e a sviluppare una sempre maggiore autostima.
Eric Berne ha mostrato, mediante il concetto di copione, come la persona possa pianificare la propria esistenza a partire dalle prime esperienze di vita cui viene sottoposto. Per comprendere cosa si intende per “copione” basta pensare al fatto che gli individui provano spesso la sensazione che alcuni eventi negativi della loro vita si ripetano con una certa costanza, tanto da apparire inevitabili. Espressioni del tipo: “A me succede sempre che…”, “Lo sapevo…”, “Il mio destino è che io…”, hanno a che fare con questo concetto.
Nella vita di ogni persona, gli eventi drammatici e i diversi ruoli che vengono appresi, approvati e poi recitati, sono all’origine tutti determinati dal “copione”.
Il copione psicologico è un programma di vita di una persona che ne stabilisce la meta e il modo di raggiungerla, è un dramma che la persona recita compulsivamente, ma senza averne la consapevolezza.
Il “dramma” della vita inizia dalla nascita.
Le istruzioni di copione vengono infatti programmate attraverso e in base alle emozioni provate mediante le transazioni tra il bambino e le figure genitoriali del suo sistema.
Le forze più importanti per la formazione del copione sono quindi i messaggi, verbali e non verbali, ricevuti dai genitori: “ingiunzioni” messaggi all’essere, che nei primi tre anni di vita creano il “copione salvavita” e “spinte” messaggi al modo di fare, che nei successivi tre anni creano il “copione di performance”.
Questo è caratterizzato quindi da pensieri disfunzionali, emozioni parassite, comportamenti caratteristici e ripetitivi leggibili nel corpo.
Occorre far partecipare attivamente la persona al processo di riequilibrio e di ridecisione del copione di vita, che conduce alla conoscenza ed all’accettazione di Sé e di quelle ferite che ognuno si porta dentro, la cui radice affonda nei primi anni della nostra esistenza.
Tutte quelle modalità inconsapevoli che portano a pensieri, emozioni ed azioni non nutrienti, rispettose o amorevoli nei confronti propri o di altri sono da guarire, cioè da riconoscere e integrare nella personalità.
Ogni malattia, insieme alle altre cause, contiene sempre una componente emotiva che, nel tempo, si è resa manifesta e quindi impellente. Ognuno sviluppa dei meccanismi subconsci di sopravvivenza che tende poi a ripetere più avanti nella vita, anche quando non solo non sono più funzionali, ma addirittura nocivi e distruttivi.
La medicina transpersonale è quindi di supporto alla medicina meccanicistica tradizionale, quest’ultima cura i sintomi della malattia mentre la prima la causa dell’essere malato.
Occorre considerare, inoltre, l’esistenza del copione “sistemico”.
Ogni sistema familiare è regolato da una rete di relazioni che ha come scopo primario quello del mantenimento, della conservazione e della evoluzione del sistema stesso. Tali meccanismi possono tuttavia prendere delle derive nevrotiche e consolidarsi nel tempo, generazione dopo generazione, come una fonte di disagio.
In ogni famiglia si crea il “mito familiare”, il racconto delle scelte, dei valori, delle condizioni, delle sorti che hanno vissuto gli antenati, e il senso di appartenenza alla famiglia crea anche un legame di predestinazione collegato con il fato degli antenati.
Il problema si pone quando la lealtà familiare impedisce ai membri nati successivamente di “superare” i membri nati prima, accedendo a un grado di benessere e di successo superiore; e ancor maggiormente quando vengono prolungati nelle generazioni successive i comportamenti distruttivi delle generazioni precedenti.
Molto spesso oltretutto l’adesione alla lealtà familiare è inconsapevole e involontaria. La spinta inconscia è motivata dall’amore, dall’idea di una condivisione del destino comune tale per cui piuttosto che preoccuparmi per me, scelgo di preoccuparmi e di farmi carico della felicità dell’intero sistema. E questo è l’errore di base, perchè solo realizzando il proprio destino si può contribuire alla salute del proprio sistema.
Bert Hellinger dice: “Fin dall’inizio la nostra vita segue un piano nascosto. Io lo chiamo il nostro Copione. In questo senso possiamo paragonarlo ad un film che segue puntualmente una sceneggiatura fin nei minimi dettagli e stabilisce come questo gioco deve finire.
Allo stesso modo si svolge la nostra vita, dal suo inizio fino alla fine”.
Per la Coscienza Familiare ognuno deve essere pienamente responsabile di ciò che fa: le conseguenze di ogni azione portata a termine da un componente della famiglia ricadono su tutto il sistema, se il responsabile non se ne fa carico. Ogni torto commesso o subito richiede una compensazione.
L’Albero Genealogico, inteso come Anima Familiare, o Inconscio Familiare, risente di tutte le esperienze vissute dai membri della nostra famiglia di origine, dove ogni membro che sia stato dimenticato, ogni conflitto non risolto, ogni emozione non espressa, tende a ripresentarsi sotto forma di sofferenza, malattia e sintomo, perché è possibile che nelle successive generazioni un membro della famiglia prenda inconsapevolmente su di sé il dolore di chi ha sofferto ingiustamente e ne imiti il destino.
La Lealtà Familiare e l’Irretimento sono applicazioni della Coscienza Familiare, che spesso impediscono ai successori di vivere esperienze diverse da quelle già vissute, condannando ad una infinita coazione a rivivere eventi dolorosi e fallimenti.
Bert Hellinger ha applicato questo assunto nell’approccio familiare sistemico, che è alla base delle Costellazioni Familiari. L’individuo non è considerato come elemento isolato ma è inserito in un determinato contesto di relazioni, ed è appunto questo che ci permette di trovare identificazioni, legami e connessioni con destini “difficili” nel sistema-famiglia.
Il sistema familiare viene considerato come totalità anziché come insieme di individui separati e ciò ha consentito di elaborare un metodo in grado di descrivere una complessa gamma di fenomeni transpersonali e transgenerazionali.
Ad esempio, quando un membro della famiglia viene escluso o dimenticato a causa di un destino difficile, ciò ha conseguenze nelle generazioni successive finchè non ottiene nuovamente il suo posto nel nucleo di appartenenza.
A questi “spostamenti” e/o “trasferimenti” fanno seguito delle frasi interiori: “ti seguo” “io per te” “tu per me” “anch’io” “io al tuo posto”.
Tutto ciò che richiede guarigione e tutto ciò che porta guarigione, viene condotto in un movimento diverso rispetto a quello che ci fa ammalare e che limita o abbrevia la nostra vita.
Quando abbiamo bisogno di guarigione il nostro sguardo esce dai confini limitati della nostra coscienza e si rivolge ad un’altra ampiezza.
Entriamo in armonia con un movimento creatore che unisce ciò che era diviso: questa unione riconciliatrice di tutto ciò che era escluso significa guarigione in un senso ampio e profondo.
Si tratta di un movimento che crea qualcosa di nuovo, in modo risanatore, spirituale, perché è un tutt’uno con tutto. La guarigione inizia quindi nello spirito, guarisce e purifica l’anima
ed attraverso essa raggiunge il corpo.
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